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Rischioso inseguire le valute

di Vitaliano D'Angerio

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23 Ottobre 2008

Il dollaro torna ad essere «super» nei confronti dell'euro. Ieri il biglietto verde ha toccato quota 1,28 e, secondo alcuni strategist, potrebbe arrivare fino a 1,25. Stesso rafforzamento per lo yen. A farne le spese, oltre alla moneta unica, anche la sterlina inglese in scia alle dichiarazioni preoccupate (sulla recessione) da parte del numero uno della Banca centrale britannica.
È un trend di cui ci si può fidare? Nel breve termine sì, spiegano i gestori . Nel breve termine appunto: ciò vuol dire che le opportunità valutarie potranno essere colte da un investitore professionista e non da un piccolo risparmiatore poco avvezzo alla volatilità dei mercati. Non solo. Il settore monetario è molto difficile da maneggiare anche per gli esperti. Da qui il suggerimento: occhio a entrare oggi su dollaro e yen; soprattutto quest'ultimo ha registrato un forte rally da inizio anno sull'euro (+23%). Il dollaro invece ha messo a segno, nello stesso arco temporale, il 12,76 per cento. Ancor peggio per la sterlina che ha ceduto, sempre da inizio 2008, quasi il 30% sulla divisa americana e il 18% circa su quella nipponica.

Che succede all'euro
Ma che sta succedendo alla moneta unica del Vecchio continente? È la domanda che in tanti si fanno. Piccoli e grandi investitori. «Il mercato sconta un taglio di almeno 100 punti base dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea nei prossimi mesi – afferma Luigi Romano, responsabile obbligazionario di Mps Asset Management –. Per quanto mi riguarda, prevedo una sforbiciata di 50 punti già ad inizio di novembre».
È la recessione. Che qualcuno pensava non arrivasse in Europa. Tanto che la Bce ha alzato a luglio i tassi di interesse. Ora si cambia spartito e si vola Oltreoceano. Motivo? Si spera che negli States la crisi finisca prima rispetto al Vecchio continente. Una speranza quindi. Una posizione tutta da verificare. «Ci sono flussi di capitali verso l'America anche perché, a mio avviso, il piano finanziario dei paesi europei non ha convinto del tutto il mercato – afferma Edouar Deugnier responsabile in Italia di Overlay A.M. (gruppo Bnp Paribas) –. In più, molti investitori stanno chiudendo le posizioni sui mercati emergenti. Posizioni aperte in dollari americani. Il timore infatti è che la recessione a breve colpisca pure tali aree geografiche».
Il vero tema oggi è proprio questo, sottolineano strategist e analisti: l'uscita indiscriminata di capitali da tutti i paesi emergenti, per via del forte avversione al rischio, senza valutare la singola situazione. Un atteggiamento che può creare una recessione ancora più grave. Viene segnalata, infatti, l'economia brasiliana (e quindi la moneta real) come una di quelle più interessanti. Allo stesso tempo però, il continente America latina potrebbe essere uno di quelli più colpiti dalla speculazione nel breve termine.

Rischi e suggerimenti
Ecco dunque la grande attenzione, in questo momento, verso gli investimenti in valuta: fondi, titoli di Stato e altri strumenti in dollari o in yen potrebbero riservare spiacevoli sorprese alla luce della volatilità dei mercati. «Sconsiglio l'ingresso su investimenti in dollari o yen proprio adesso – afferma Yuri Basile, gestore obbligazionario di Aletti Gestielle (gruppo Bpvn) –. Abbiamo lo yen ai massimi. E lo stesso dollaro ha corso molto da inizio anno. Non è un mercato per piccoli risparmiatori». Ma per professionisti pronti a cogliere l'opportunità di un rialzo nel breve.
Occhio però alla diversificazione. «I portafogli dei risparmiatori italiani sono attualmente scarichi di valuta straniera – aggiunge Romano –. Così in pochi hanno potuto cogliere il cambio di marcia di dollaro e yen. Spero che in futuro ci sia una maggiore diversificazione».

v.dangerio@ilsole24ore.com

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